Biografia

marco

Marco Pasi, in arte Omillakobur. Nasce il 21 marzo 1963 a Pavia. Come documentano i diari che egli stesso scrive dal 1975, l’artista prova a sfondare nel mondo dello spettacolo fino all’età di trent’anni. Quando diventa impiegato della pubblica amministrazione. Insieme all’attività lavorativa, l’artista coltiva la sua passione per l’arte, attraverso la quale esprime la propria volontà di elevarsi a mondi superiori. Luoghi in cui la fantasia e l’immaginazione reclamano il diritto di supremazia, rispetto all’illusoria realtà sociale, politica ed economica.

L’arte pittorica di Marco Pasi, alias Omillakobur, racconta la vita di un uomo-artista che ha scelto di svelarsi e di reinventarsi in un mondo colorato, fatto di tele e pennelli, fantasia, passione e spirito d’inventiva. Nel suo fare arte, ci racconta l’esperienza del vissuto e ci invita ad osservare e a riflettere sul valore che convenzionalmente attribuiamo alle cose e a quanto ci circonda. Il sapore antico dell’eco “baudeleriano” di “invito al viaggio” sembra accompagnare lo spettatore dentro la visione del mondo di Omillakobur, vicina e familiare all’immaginario della fantasia e alla componente onirica. La sua pittura si risolve in un variegato “collage” di forme, segni, colori e figurazioni stilizzate che ci apre le porte di uno spazio intimo e suggestivo, nel quale si individuano allusioni metaforiche sottese.
Nel suo fare arte, l’anima è “nuda” e, nel linguaggio comunicativo, soggetto e oggetto sono in reciproca tensione; il segno si disperde in forme “altre” per farsi indipendente, allusivo, ammiccante. Omillakobur si destreggia abilmente e con maestria all’interno di un lungo percorso che sembra solo in apparenza “casuale” nella composizione strutturale, ma che rivela l’ambizione di voler sperimentare il gusto del vivere appieno la libertà espressiva, assoluta e totalizzante, scevra da rigide congetture, da gabbie formali predefinite e da visioni esistenziali imposte. La sua pittura si traduce in un atto consapevole e coerente, in un gesto libero e liberatorio e, in quanto tale, volutamente privo di qualunque presunzione di “arroganza” intellettuale o di forzato “citazionismo” di maniera.

Osservare le opere di Omillakobur presuppone la cancellazione di ogni qualsivoglia “impalcatura e sovrastruttura” mentale. Dipingere, è per lui una presa di posizione importante e diventa quasi un atto di responsabilità nei confronti dello spettatore. Omillakobur ci mostra sé stesso nella sua totalità, senza filtri e senza barriere e si lascia andare ad un’ulteriore scoperta di sé, si lascia scoprire e scrutare fino in fondo consegnando alla pittura il passe-partout dei suoi pensieri più intimi e reconditi, confidando che la loro trasmissione sia la più chiara, limpida e autentica “concessione” di un uomo ai propri simili.